Nella città di Piano di Sorrento, a ridosso dei Colli di San Pietro, nella località detta Mortora per la presenza, soprattutto in passato, di numerosi alberi di mirto (in greco “myrtus”), sorge la Chiesa dell’Assunta.
Essa occupa la piazza del piccolo abitato che, in seguito all’allargamento della strada comunale che conduce alla zona di S. Liborio, si è molto ridotta nelle dimensioni, presentandosi oggi come un semplice slargo.
La chiesa è conosciuta anche con l’intitolazione a Santa Maria di Galatea, titolo che apparteneva a una cappella poco distante, costruita nel XII secolo e distrutta dai Saraceni; così veniva ricordata la più antica venerazione alla dea Galatea in un tempio pagano sito in quella stessa area.
A dimostrare l’origine bizantina della prima cappella è stato il miracoloso ritrovamento di una statuetta di quel periodo raffigurante proprio la Madonna di Galatea, che nel XVII secolo venne collocata in una nicchia a coronamento dell’altare maggiore della nuova chiesa, realizzato con pregevoli marmi policromi di manifattura fiorentina. Quella che si vede oggi è una copia eseguita nel XX secolo dallo scultore romano Dagoberto Tonelli, in sostituzione dell’originale trafugato.
La chiesa dell’Assunta fu edificata nella seconda metà del Cinquecento su un terreno appartenente ad una famiglia del posto, i Piscopo, ma fu oggetto di lavori di ampliamento già nel secolo successivo, come testimoniano le acquasantiere in marmo, sorrette da aquile, che sono poste all’ingresso e recano la data 1674.
Sulla facciata monumentale si vedono gli stemmi di papa Leone XIII, del cardinale Borromeo e dell’arcivescovo di Sorrento Leopoldo Ruggiero; ad impreziosirla sono le finissime decorazioni in stucco di epoca barocca e l’immagine della Vergine Assunta del 1888. L’imponente campanile venne aggiunto nel Settecento, quando la chiesa subì numerosi interventi di rifacimento. Risale al XVIII secolo anche il prezioso fonte battesimale in marmi policromi.
L’interno è a croce latina ed è diviso in tre ampie navate, segnate da possenti pilastri che mostrano eleganti croci realizzate in Svizzera da un monaco girolamino. Nel soffitto ligneo a cassettoni, opera di Felice Marrone, si conservano tre belle tele di Andrea Malinconico: l’Annunciazione, il Presepe e l’Assunzione. Di Malinconico è pure la Deposizione nella navata destra e il dipinto conservato in sacrestia con la Madonna Assunta. Di scuola solimenesca è invece il dipinto che rappresenta la Madonna con il Bambino tra Santi e Anime del Purgatorio nella navata sinistra.
La chiesa è citata nel “Saggio sugli usi, i costumi e la storia dei comuni della città metropolitana di Napoli” di N. Acanfora (Booksprint 2019, p. 418).
Realizzata da: Assunta Vanacore (consulenza storico-artistica)